Introduzione

Per un anno intero, in giro per la Sicilia, "Abbiamo tutto - Manca il resto!" sta coinvolgendo artisti e organizzazioni culturali e creative per diventare parte di questa nuova grande Comunità di “Restanti” e “Diversamente Presenti” e per immaginare e costruire un futuro diverso per questa terra, partendo dall’arte, dalla cultura e dalla creatività.

Pittura, scultura, fotografia, musica, danza, circo, installazione,  documentario, cinema, intelligenza artificiale, riattivazione di opere incompiute, costituzione di una Fondazione di erogazione per fronteggiare lo spopolamento e di una ONG impegnata sui temi dell’accoglienza e dell’inclusione sono alcuni dei dispositivi utilizzati per re-immaginare la Sicilia come metafora del mondo.

Il progetto prende ispirazione e il nome da una famosa citazione dell’artista Pino Caruso, e fotografa la complessa realtà sociale e politica dell’Isola con l’ambizione di diventare un faro di cambiamento, una piattaforma per sollevare domande e mettere in discussione il potere regionale, esplorando criticamente i problemi che affliggono la Sicilia, e come la Sicilia tante parti del pianeta, ma anche per accogliere idee audaci e visioni innovative per immaginare un futuro di possibilità.

Non esiste una storia unica e definitiva della Sicilia. È una regione del nostro Paese e del Sud globale piena di contraddizioni, risorse non valorizzate, sprechi di tempo e denaro, ma anche di talenti, luoghi meravigliosi e infinite possibilità.

I creativi di “Abbiamo tutto manca il resto” riescono a fotografare il passato, mettere in relazione naturale e artificiale, realtà e finzione, invitandoci a riflettere sulle sfide locali e globali; abbracciano il potenziale della Sicilia per riformulare il presente e plasmare il domani.

La mostra è divisa in tre sezioni, la prima prende il nome di NOSTALGIA VS RISCATTO, in cui gli artisti fanno i conti con il passato, talvolta dolce, spesso amaro.

Rispondendo alla call di Farm di utilizzare un progetto culturale ed espositivo per diventare piattaforma di cambiamento, ora e subito, la seconda sezione è denominata AZIONI FONDATIVE.

Infine nella terza sezione, i creativi, esplorano l’impatto della globalizzazione e dell’emergenza climatica, proponendo FUTURI IMMAGINARI, a volte utopici, altre volte distopici, altre ancora incerti e difficili da comprendere, invitandoci a partecipare ad immaginare nuovi modi di vivere, abitare, lavorare e stare insieme.

L’Isola Finita - Vlady

Nostalgia VS Riscatto

Nella prima sezione diversi artisti anche in modo autobiografico riflettono sul passato e sul presente della Sicilia.

Da una parte la memoria e la nostalgia, evocano talvolta un passato ricco di intimità, tradizioni, legami e radici familiari, che si scontra oggi con la realtà di un presente, troppo veloce, che spesso sembra incapace di preservare e valorizzare quella semplicità di un altro tempo.

Dall’altra il più delle volte lo sguardo al passato non evoca nostalgia, ma sofferenza, e dolore, talvolta anche la morte che può diventare anche l’occasione per riflettere sul concetto di “bellezza”.

“TABU” di Ettore Maria Garozzo

In tutte le opere è palese un desiderio irrefrenabile di riscatto.

La condizione femminile, la negazione dei diritti e delle libertà delle donne, l’inviolabilità del corpo, la memoria della lotta da tramandare di madre in figlia, giorno dopo giorno. Ancora oggi e probabilmente per sempre.

Continuare a combattere la prepotenza, la violenza, le mafie con il monito a non abbassare mai la guardia, a non avere paura, ad alzare la testa, tenere la schiena dritta.

Denunciare la burocrazia, la corruzione, il malgoverno, che hanno deturpato il paesaggio con l’agricoltura intensiva e edifici dall’aria spettrale, generando fallimenti dopo fallimenti. “La Sicilia ha sete e dove c’è sete c’è anche fame”.

Stereotipi e mantra come “Cu nesci arrinesci” o la “Sicilia e il Gattopardo in cui niente può mai cambiare, hanno fatto lasciare la Sicilia a centinaia di migliaia di giovani, una vera e propria diaspora.

Disagio, ansia, oppressione e frustrazione si alternano a indignazione, ribellione, sovversione e lotta; qualcuno ci porta a vivere una esperienza opprimente dove il calore soffocante e il movimento agonizzante di un orologio con un ticchettio il doppio più lento della velocità consueta è metafora dell’agonia in cui versa la Sicilia, qualcun'altra con una piccola cassa Blutooth riporta la musica nel paese fantasma di Poggio Reale per le prima volta dal 1968. C’è chi esplora la Sicilia in bicicletta per 800 km. e chi invece prova a proteggersi e trova rifugio sull’Etna con una tenda cucita a mano di tessuto trasparente.

“Agonia” opera di NUUCO

Più volte gli artisti invocano il mito, la fata Morgana nella profondità dello stretto di Messina, la Venere di Milo in sedia a rotelle, la puzza di terra bruciata, la preoccupazione per le future generazioni; Ulisse, Penelope e l’immutabilità della condizione umana. Amore, passione, ferocia e cattiveria, intelligenza e stupidità, e poi guerre, conquiste, eroi e codardi presenti in ogni epoca ed anche nella nostra contemporaneità. La polarizzazione, nel contesto di una società sempre più frammentata, in cui le opinioni su una persona possano essere diametralmente opposte, generando forti sentimenti di ammirazione o avversione. Qualcuno ci fa ricordare del tema della “dignità”, del “lavoro umile e onesto” con la storia di Giuseppe Romano che a 90 anni continua a fare la professione di Lustrascarpe.

“Esite un NOI nel cosmo dell’io”, ci vuole “cura”, ci vuole consapevolezza diffusa, una vera “coscienza ecologica” ci vuole coraggio per un cambiamento, animato da un forte desiderio di rigenerazione, di luoghi e comunità, con nuovi riti e templi laici per ricercare soprattutto dentro noi stessi gesti e azioni buone, e ricostruire una nuova relazione fisiologica, sana, profonda, rispettosa con gli altri umani e  i “non umani”. C’è chi stanco di aspettare, “passo dopo passo” ha già trasformato un luogo ameno nella periferia di Caltanisetta in un borgo di comunità per l’arte.

La tensione tra passato e presente, nostalgia e riscatto diventa anche semantica, per ribaltare il significato della parola “Victoria” il cui concetto nasconde il dolore, le sofferenze, le macerie che ogni vittoria comporta, che ancora una volta ci porta e riflettere non solo a livello alla Sicilia ma anche al mondo, e ripensare a tutti i conflitti di guerra attualmente in corso.

“Victoria” opera di Loredana Longo

Azioni Fondative

La seconda sezione della mostra è intitolata "Azioni Fondative" ed è dedicata a quattro progetti innovativi che a partire da "Abbiamo Tutto Manca il Resto" iniziano a costruire nuove comunità in Sicilia. Questi progetti rappresentano esempi concreti di come l'azione collettiva e la visione trasformativa possano dare nuova vita ad una Regione dilaniata da spopolamento e marginalizzazione.

Il primo progetto, "Transition For", si propone come un catalizzatore di cambiamento sociale, un punto di riferimento per l'innovazione sociale e il design partecipativo nel campo dell'accoglienza e integrazione, che possa superare le logiche progettuali emergenziali. Il progetto prevede la realizzazione di interventi sugli edifici e i luoghi dell’accoglienza esistenti, azioni artistiche e partecipative e iniziative di comunicazione. Il progetto nasce a partire dagli incontri promossi da Farm Foundation per dare seguito all’accordo firmato tra il Prefetto di Agrigento, Filippo Romano, e i rappresentanti della Fondazione stessa. Questo protocollo d'intesa, della durata biennale, ha posto le basi per una collaborazione mirata a ripensare e migliorare gli spazi destinati all'accoglienza nel territorio di Agrigento, concentrandosi principalmente sull'hotspot di Porto Empedocle e sull'ufficio immigrazione della Prefettura di Agrigento.

Faces make Places opera di Graphic Days

Avete mai sentito parlare dell’Anagrafe delle Opere Incompiute?

Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) ha pubblicato l’aggiornamento del Sistema Informativo di Monitoraggio delle Opere Incompiute (SIMOI), nel quale vengono inseriti annualmente gli elenchi delle opere pubbliche non completate facenti capo alle amministrazioni centrali e territoriali.

Dall’elenco emerge che al 31 dicembre 2023 le opere incompiute nazionali erano pari a 379 (in realtà si stiama che siano più di mille).

La Sicilia vince incontrastata senza rivali il titolo di “Capitale dell’Incompiuto” con 127 opere.

Nell’ambito del progetto “Abbiamo Tutto Manca il Resto” il Comune di Aragona e Farm Cultural Park in collaborazione con Alterazioni Video, Fosbury Architecture e Analogique hanno aperto un nuovo cantiere per ripensare il futuro di un’opera incompiuta, l’Auditorium Comunale nell’area limitrofa la via Garibaldi

Auditorim Incompiuto Aragona

Il terzo progetto si chiama Marea, la prima Fondazione siciliana dedicata allo spopolamento della Sicilia che mira a trasformare la diaspora da minaccia in opportunità.

Marea investirà in progetti d’impresa ad alto impatto sociale, ambientale e culturale per generare nuove opportunità di formazione e lavoro.

La missione è dare un’alternativa di Sicilia possibile, in cui chiunque ha la libertà di determinarsi nella scelta tra partire e restare.

Marea opera anche grazie alle donazioni di tempo e denaro di Siciliani che vogliono restituire alla loro terra parte d quanto hanno appreso altrove.

Antonio Perdichizzi Fondatore di Marea

Terraformation è il quarto progetto di questa sezione, dedicato alla costruzione di un museo in Sicilia utilizzando tecniche naturali, guidato da un gruppo di artisti e architetti di diverse origini che si sono incontrati a Berlino. Il progetto, mira a colmare il divario tra risorse rurali e urbane e a affrontare le attuali crisi ambientali ed economiche. Il museo serve come esempio di cooperazione collettiva tra individui e discipline e si trova all'intersezione di due discorsi globali: ecologia e marginalizzazione socio-economica del Sud Globale.

L'appello di Berlino per alloggi a prezzi accessibili e uno stile di vita sostenibile trova risonanza in Sicilia, una regione nota per la sua ricca tradizione agricola e le numerose aree vacanti. I giovani che si trasferiscono in altre città per migliori opportunità lavorative causano una fuga di cervelli e un declino economico, specialmente nelle aree rurali.

Terraformation è un progetto che vuole ispirare nuovi modi di pensare il nostro rapporto con l'ambiente e tra di noi, creando un modello di sviluppo sostenibile e guidato dalla comunità.

"Azioni Fondative" racconta queste nuove intraprese, evidenziando il potere della collaborazione e della visione innovativa nel costruire comunità resilienti e sostenibili in Sicilia.

Mayer Pavilion in residenza a Butera

Futuri Immaginari

Il progetto di comunicazione che quasi subito diventa anche un progetto d’arte di “Abbiamo tutto manca il resto” di Lorenzo Romano e Azzurra Messina, ci spinge subito fuori dalla nostra zona di conforto. Dalle nostre certezze, dai nostri punti di riferimento convenzionali. Chi sono questi personaggi colorati? Sono degli alieni, extraterrestri? Dove si trovano questi paesaggi surreali? Forse in qualche Pianeta ancora da esplorare? E’ possibile che questi esseri possano essere al tempo stesso bellissimi e mostruosi? Paurosi e seducenti allo stesso momento? In quale epoca ci troviamo? Difficile rispondere ad ognuna di queste domande, secondo gli scienziati non sembra che si tratti di civiltà del passato ormai estinte, sembra più facile che si tratti di un futuro prossimo, ma chi può dire se a 100, 1.000 o 10.000 anni.

Ci sono case interamente gialle decorate di milioni di noodles neri, pavimenti di sale marino, comodini che diventano scale, lampadari di forchette rotanti e mobili d’epoca che sorreggono volumi enormi, drappi in cui sono rappresentate immagini di antiche leggende che prendono vita, schermi di televisioni e pc che diventano un prato di ceramica, tele che ti trasportano in spiagge vulcaniche, rami di alberi e frutti con forme e colori mai visti, fioriture sintetiche improvvise, ci sono muri staccati dai muri, ci sono edifici d’epoca sul corpo di animali, forme indefinite che sembrano frutti o seni e vagine, c’è una Grande Madre vestita di tappi di bottiglia usati, ci sono mille piccoli cazzi di ceramica colorata a forma di palma, bambini gulliver che scavalcano cattedrali per innaffiare piantine piccole piccole, ci sono mappe sensoriali della meditazione, enormi pietre che discutono tra loro, un bambino che ti incanta raccontandoti dell’anima dei pupi e un panettiere che produce un pane buonissimo in un borgo abbandonato, c’è il deserto a Caltanissetta, c’è una ragazza che posando le mani sulla terra ha il potere di rigenerarla, un asino che ti guarda con diffidenza. Ci sono facce che diventano luoghi e volti fatti di linee, persone tutte d’un pezzo, e persone a “pezzi”, ed edifici che fino ad ieri erano considerati ecomostri che diventano attrattori e domani forse un Ministero della Nostalgia.

Zia Maria ospite della Noodles House di John Blond

Se questi Futuri Immaginari vi fanno paura c’è anche uno zainetto di plastica riciclata da indossare per volare via, lontano, indietro o avanti ancora nel tempo all’anno 2224 in un posto protetto, sempre che ancora riuscirete a trovarne uno.

Jeatpack di Antonio Panarisi

Finale Aperto

Non è finità qui. La prima edizione di “Abbiamo tutto manca il resto”  non è ancora conclusa. Cosa potrà accadere ancora sino a giugno 2025 dipende da noi, dagli artisti coinvolti, da quelli che raggiungeremo nei prossimi mesi, dipende da voi che leggete questo testo, dipende da quello che succede nel resto del Mondo.