ARTISTI Mazzarino
LORENZO ROMANO E AZZURRA MESSINA – LIGAMA - ANNE-CLÉMENCE DE GROLÉÈ - CARMELO NICOTRA - ROBERTO COLLODORO - FABIO ALFANO- CALOGERO PALACINO
ED ANCORA A PARTIRE DAL 28 GIUGNO 2024: CON LA PARTECIPAZIONE SPECIALE DEL COLLETTIVO MAYER PAVILION DI BERLINO UN PROGETTO A CURA DI ANDREA MINEO CON GLI ARTISTI OSPITI RACHEL HARRIS - SANDRA CHRZANOWSKI - LUÏZA LUZ - ANDRIES DE LANGE - VINCENZO FIORE MARRESE
ED ANCORA A PARTIRE DAL 9 AGOSTO 2024 : LORENZO CIULLA - ETTORE GAROZZO - ALESSIA GATTUSO - MICHELE LOMBARDO- LUCA IANNI’ - CRISTIANO CIAMPORCARO - FRANCESCO PETRANTONI - DANILO NAPOLI - ANTONELLA BALLACCHINO - ARMANDO TURTURICI
ARTISTI Favara
AGNESE CANICATTÌ - ANGELO DE GRANDE - ANGELO SALEMI - ANTONIO PANARISI - CARMELO NAVARRA - DANILA MANCUSO - GIOVANNI IUDICE - GIUSEPPE AREZZI X NEROSICILIA - GIUSEPPE DE MICHELE - GIUSEPPE VENEZIANO -JÉRÉMY DEPUYDT E GIUSEPPE ACCARDO - LOREDANA LONGO - LORENZO MANISCALCO - LORENZO ROMANO E AZZURRA MESSINA - ALESSANDRA RIGANO ED ELISA RACITI DEL COLLETTIVO AVAJIA PER MAREA - MARCO SICILIANO - MARIA DONATA BOLOGNA -NUUCO - GIUSEPPE GUERRERA - ROBERTO CACCAMO - SALVATORE CAPPELLO - NEU [NÒI] - TRANSITION FOR - VLADY - VANESSA ALESSI – CARMELO NICOTRA
CON LA PARTECIPAZIONE SPECIALE :
DI ALTERAZIONI VIDEO, ANALOGIQUE, FOSBURY ARCHITECTURE PER L’AUDITORIUM INCOMPIUTO DI ARAGONA; COLLETTIVO DI REGISTI EUROPEI MOVIMENTO OFICINA DE CINEMA COLABORATIVO; COLLETTIVO DI STUDENTI E PROFESSORI DELLA WOODBURY SCHOOL OF ARCHITECTURE DI LOS ANGELES
ED ANCORA A PARTIRE DAL 27 LUGLIO 2024 :JOHN BLOND – ALESSIA GATTUSO.
VICTORY / The wall di Loredana Longo
VICTORY è una parola ricorrente in numerosi lavori dell’artista, accumunati dall’intenzione di mettere in luce le sofferenze e le macerie celate all’interno del concetto di Vittoria. ria attraverso le macerie.
Esiste una Sicilia alternativa nel 2224.
MAREA/ Alessandra Rigano ed Elisa Raciti di AVAJIA
Marea è la prima Fondazione Siciliana dedicata allo spopolamento della Sicilia che mira a trasformare la diaspora in opportunità.
Marea investe in progetti d’impresa ad alto impatto sociale, ambientale e culturale per generare nuove opportunità di formazione e lavoro.
“La mia opera d'arte è il risultato di 14 giorni di viaggio, oltre 10,000 metri di dislivello complessivo e ben 25,000 chilocalorie bruciate. Le ruote come tecnica, la bicicletta come medium, la terra come supporto” Vlady
L'Isola Finita/Vlady
"L'Isola Finita" è il mio documentario interamente girato in itinere, mentre viaggiavo in solitaria con la mia bicicletta per la Sicilia.
Il film è composto di tre parti distinte:
La prima (circa 21 minuti) consiste in un documento che fotografa lo status quo della Sicilia rurale, alle prese con problemi nuovi e vecchi, come il cambiamento climatico o il declino demografico. Il film ha un carattere prevalentemente ambientale e punta il dito contro l'agricoltura e tutte le attività antropiche trasformative del territorio.
La seconda parte (44 minuti) è dedicata a quattro interviste, realizzate tra Corleone, Cefalà Diana, Ragalna e Palermo, a siciliani che si sono resi disponibili alle mie domande, seguite a una call online. Gli intervistati rispondono riguardo il proprio territorio, denunciando una diffusa e scarsa consapevolezza verso i problemi più gravi da parte della popolazione, ma non mancano neppure le note positive o di fiducia.
La terza ed ultima parte (16 minuti) è un astratto di musiche e immagini che offre una visione esaustiva e più cronologica di cosa può significare un viaggio in bicicletta di 800 km, costantemente esposti alla vista del territorio circostante, con riprese frontali, laterali e vedute aeree.
Come ha sottolineato Daniela Bigi, nello studio visit realizzato per la Quadriennale di Roma nel 2022, la sua ricerca è imperniata su “una militanza che, oltre che con la conservazione e lo studio, si esprime soprattutto dentro una pratica di riprogettazione che parte dai segni, i caratteri, i fallimenti e le ambizioni del proprio territorio, al di là degli stereotipi con i quali si continua a immobilizzare la Sicilia.
Tabea Badami
Senza titolo / Carmelo Nicotra
“Le opere di Carmelo Nicotra propongono un confronto radicale tra “presentare l'assente” (i volumi dei mobili che non ci sono più materializzati in maniera distaccata) e “dare voce al visibile” (le forme geometriche che abitano il nostro mondo in tutti i suoi particolari). Infatti, la verità è che le singole sculture si situano in un equilibrio estenuante e innaturale tra oggetto nuovo e la ri-attivazione di un oggetto del quotidiano”.Lorenzo Bruni
"Ci è stata data l'intelligenza affinché potessimo dubitare" (Émile Verhaeren)
Senza titolo / Lorenzo Romano e Azzurra Messina
“Noi non abbiamo visto nell’IA un mostro, forse più un mostriciattolo, pauroso ma anche affascinante; lo desideravamo a tutti i costi, e così ce ne siamo appropriati. L'IA è stata, in tutti i sensi, un "mostro creativo", che ci ha permesso, nella sua abilità esecutiva e nelle sue "sbavature", di ottenere eccellenti risultati. Questi successi non sono giunti solamente attraverso il suo utilizzo autonomo, infatti, I nostri continui studi e riflessioni hanno generato input che l'IA ha restituito per crearne ulteriori per poi dar vita dei veri e propri puzzle visivi infiniti. Abbiamo stratificato strati artificiali su strati artificiali, raggiungendo così la "nostra realtà".
“Pina è un monito a non abbassare mai la guardia e un invito a celebrare il senso della comunità."
Pina /Giuseppe Accardo e Jeremy Depuydt
"Pina è un cortometraggio d'animazione , realizzato da Giuseppe Accardo e Jeremy Depuydt, che trae ispirazione dal mito di Proserpina e ha per obiettivo quello di narrare un " cuntu" moderno sullo sfondo di un'assolata Sicilia d'inizio novecento.Pina è un film ispirato dai colori brillanti della ceramica mediterranea e dalle tinte fosche di un sistema mafioso radicato nella cultura quotidiana.
“Il t e m p o s c o r r e , m a p e r l a S i c i l i a s e m b r a s c o r r e r e al r a l l e n t a t o r e , i m p e d e n d o i l n e c e s s a r i o e v i t a l e p r o c e s s o d i t r a s f o r m a z i o n e e s v i l u p p o . “
AGONIA /Nuuco
Nel cuore di un'installazione artistica si dispiega un suggestivo scenario, un'esperienza sensoriale che cattura lo spettatore fin dal primo istante. Entrando nella stanza o nel corridoio, si viene accolti da un'atmosfera opprimente, dove il calore soffocante stringe come un abbraccio implacabile. L'aria densa è carica di tensione, mentre il sudore perlina sulla pelle, generando un senso di disagio e ansia palpabile. Al centro di questo spazio dominato dalla lentezza e dall'inerzia, un orologio pende dall'alto, il suo movimento è un'agonizzante danza di lancette che avanzano con una cadenza apparentemente distorta e lenta. Questo non è un orologio ordinario; il suo ticchettio sembra scandire il tempo il doppio più lento della velocità consueta. È un simbolo eloquente del ritardo cronico che affligge la società siciliana, un segno tangibile delle inefficienze e dell'immobilismo del sistema politico e amministrativo.
La temperatura oppressiva della stanza, oltre a incutere disagio fisico, amplifica il senso di oppressione e stagnazione che permea l'ambiente circostante. Il sudore che cola dalle tempie dei presenti diventa una metafora della tensione e della frustrazione accumulata di fronte al costante blocco del cambiamento. È una rappresentazione viscerale della mancanza di progresso e delle opportunità perdute, che spingono molti giovani talenti a cercare altrove i propri sbocchi professionali.
Attraverso questa installazione, l'artista non solo denuncia le carenze strutturali e sociali che affliggono la Sicilia, ma offre anche uno spaccato emozionale della condizione umana immersa in un contesto di immobilismo e stagnazione economica.
Il suo messaggio è chiaro: il tempo scorre, ma per la Sicilia sembra scorrere al rallentatore, impedendo il necessario e vitale processo di trasformazione e sviluppo.
“AGONIA” invita lo spettatore a riflettere sulle implicazioni di una società bloccata nel tempo, sulla necessità di superare le barriere dell'inazione e dell'inerzia per abbracciare un nuovo futuro di prosperità. È un'opera che non solo intriga e colpisce, ma che agisce come catalizzatore per la discussione e l'azione verso un cambiamento reale e tangibile.
RIVERENZA/Roberto Caccamo
Gli oggetti che utilizzo sono assemblati in una costruzione armonica, lo stesso non si può affermare del rumore che producono; questo è volutamente disturbante e disarmonico, genera irrequietezza e contemporaneamente si presenta come qualcosa di conosciuto”. In Riverenza la possibilità è quella dell’attimo di un gioco serio, una danza di successione e simultaneità tra la stabilità e forza del ferro, la tentazione e il timore dell’acciaio che portano al limite la fragilità del cristallo. Riverenza si muove in ripetizione e traccia un cerchio nel quale è implicito il sentimento di chi viene portato al limite.
“Dall’ acqua al sale” è un'espressione usata per dire che manca tutto o che non manca nulla, a seconda del contesto in cui viene pronunciata.
Dall’acqua al sale/ Paulette Singley, Matthew Gillis, Bojana Bányás, Donatella Cusmá -Woodbury University Los Angeles.
“Da acqua a sale” è un'espressione usata nel linguaggio comune in alcune zone della Sicilia. Si usa per dire che manca tutto o che non manca nulla, a seconda del contesto in cui viene pronunciata. Il design del padiglione deriverà dalla ricerca sviluppata, dalle immagini fotografiche e dagli oggetti trovati creati e raccolti durante le prime tre settimane di viaggio degli studenti attraverso la Sicilia.
Riterrà le impressioni fisiche e semantiche dei paesaggi salini mentre, metaforicamente, mapperà i diversi territori della Sicilia su una superficie orizzontale, esibendo queste interruzioni cristalline tridimensionali, intrecciate con un pensiero che riflette la risposta degli studenti al tema della Quadriennale.
PEZZI / Agnese Canicattì
“Pezzi” (“ciascuna delle parti che costituiscono un tutto”) indaga la storia di un corpo e del suo andare incontro alla trasformazione, intesa come il “cambiare nelle abitudini o nel carattere”. Il progetto è concepito come un solo e intende mostrare la necessità del cambiamento ai fini dell’evoluzione.
Transition For è un collettivo transdisciplinare nato con l’obiettivo di promuovere progetti di social design dedicati a ripensare luoghi,politiche e pratiche di accoglienza.
Faces makes Places/Transition For e Graphic Days
Transition For è un collettivo transdisciplinare nato con l’obiettivo di promuovere progetti di social design dedicati a ripensare luoghi,politiche e pratiche di accoglienza. Il progetto nasce in seguito. all’accordo biennale tra la Prefettura di Agrigento e Farm Foundation sottoscritto il 29 dicembre 2023, per migliorare gli spazi di accoglienza delle persone migranti ed in particolare dell’Ufficio Immigrazione di Agrigento e dell’hotspot di Porto Empedocle. Il collettivo ha indetto la open call Transition For Color per selezionare sette artistə che avranno l’opportunità di trasformare, con la loro arte, i luoghi dell’accoglienza di Porto Empedocle e Agrigento tramite la realizzazione di un murale.
Stereo-typos/ Beppe Castellucci, Clara Failla e Jens Badura
Quali sono gli stereotipi più diffusi che limitano lo spazio per futuri possibili per la Sicilia? “Avissimu a campari solu di turismu”, “Cu nesci arrinesci”… un Padiglione interattivo per capire le origini degli stereotipi e sopratutto come riuscire a vincerli.
I busti di diversa forma e colore sono come dei gusci di conchiglia che al loro interno sicuro nascondono il mistero della nascita, che resta prezioso perché inviolabile
LE SEGRETE /Anne-Clémence de Grolée
Se il legame individuale deperisce e si trasforma, la memoria del legame si tramanda, per via femminile, di madre in figlia, e trova un luogo per essere conservato: l'abito, inteso come involucro protettivo, il cortile e la casa. La tendenza a trasformare relazioni, emozioni e persone in figure fondamentali (archetipiche), talvolta plasmate come forme architettoniche, come luoghi-rifugio: case o celle, caratterizza la produzione di Louise Bourgeois, un'artista che Anne-Clémence de Grolée considera un riferimento nel suo percorso di ricerca: «il metodo di Bourgeois è quello di plasmare il caotico affollarsi delle emozioni – spiega Josef Helfenstein – in forme che contenendole le neutralizzano».
In Le Segrete, serie che de Grolée realizza nel 2016, dei busti di donne in terracotta, sono tenuti insieme, come due metà di una mandorla, da un cordone rosso che, esaltando la potenza generativa del corpo femminile attraverso la messa in evidenza dei suoi attributi distintivi – seno e ventre –, allude alla forza del legame e al necessario passaggio di testimone fra le generazioni. I busti di diversa forma e colore sono come dei gusci di conchiglia che al loro interno sicuro nascondono il mistero della nascita, che resta prezioso perché inviolabile.
•(Giulia Ingarao, in catalogo della mostra Une ile à soi, MuRA di Racalmuto e GAM di Palermo, 2016/17)
NULLA DA DICHIARARE/Daniele Pario Perra
Anarchetiquette è l’evento espositivo e finale dei workshop Fresco Removal, azioni pubbliche in cui si insegna agli abitanti di una comunità come rimuovere graffiti di testo e simboli ritenuti esemplari e la loro successiva posa su tela al fine di conservarli per sempre. Dal 2006 il workshop Fresco Removal ha avuto più di 40 edizioni pubbliche e gratuite in diverse città dall’Europa agli Stati Uniti permettendo di conservare centinaia di tracce culturali, altrimenti eliminate, che rimangono di proprietà dei partecipanti. Le scritte sui muri e i messaggi raccolti, riconducibili a formazioni o tendenze politiche, movimenti culturali, musicali ed altri, rappresentano profondamente la cultura degli ultimi decenni attraverso la differenziazione per gruppi e il relativo senso di appartenenza.Questo patrimonio in forma di simboli graffiti e testi rappresenta la comunità residente nella sue comunicazioni spontanee e non mediate.
SICILIANI SOGNATORI / Giuseppe De Michele
Quattro storie che ti fanno fare pace con la Sicilia, che ti alleviano tutto il dolore per quello che questa Terra potrebbe essere non è, e che al tempo stesso ti riempiono di fiducia e speranza.
“Il mio contributo creativo, consiste nella realizzazione di un tempio laico”.
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LA GRANDE MADRE / Carmelo Navarra
Un’ opera realizzata con materiali di scarto riportati a nuova vita attraverso l'azione creativa.
Una istallazione che segna uno spazio di meditazione dove un'operazione di "ARCHEECOLOGIA" rende visibile e manifesta la necessità di intraprendere una campagna di scavi nel territorio delle nostre coscienze, alla ricerca della consapevolezza, che solo una resurrezione delle "BUONE PRATICHE" fatte di gesti e azioni che ci sono appartenuti e che dobbiamo riportare alla luce, può invertire la rotta di collisione fra la nostra vita e la vita del pianeta”.
LINOSA / Danila Mancuso
Linosa, la "Perla Nera del Mediterraneo" con la meravigliosa spiaggia di Pozzolana caratteristica per il suo mare verde cristallino e la sua sabbia nera del vulcano.
Un'opera artistica che cattura l'anima vibrante di questo mare con le sue onde. Un invito a tuffarsi nelle sue acque profonde e a custodire gelosamente il suo prezioso patrimonio naturalistico, culturale e di benessere multisensoriale.
“Tent for Two” di Marco Siciliano
Cucita a mano da Crocifissa, la madre di Siciliano, questo rifugio volatile incarna il grembo materno e ridefinisce cosa significhi essere contemporaneamente in uno spazio e in un non-spazio. Dove non ci sono mura per fermare la vista, i corpi si fondono con il paesaggio e viceversa.
La ricerca di Marco Siciliano si appoggia sulla soglia tra spazio privato e spazio pubblico. Una posizione che consente l'accesso a mondi opposti violando l'intimità di una stanza, una tenda da campeggio, un libro o un corpo perso nella seduzione del dolore psicosomatico.
Una tenda da campeggio per due persone. Un rifugio per chiudersi e proteggersi, realizzato con un tessuto semitrasparente che permette agli sguardi di violare l'intimità e negare la stessa protezione. I confini tra spazio privato e spazio pubblico vengono aboliti.
ADE /Angelo De Grande
“La Sicilia è un ossimoro. L'unione di contrasti inconciliabili, una chimera.
Io sono Ade, ade_collages sui social: artista visivo, spazio dalla pittura al collage alla scultura in cartapesta, passando per la cianotipia. Sono siciliano, e ho compiuto studi classici che hanno portato il mio fare artistico a concentrarsi nella creazione di un mondo che potremmo definire "archeo-distopico": un luogo senza tempo, forse antico, che non esisterà mai.
Una sorta di pseudo mitologia che pesca dalla cultura della Grecia classica. D'altronde l'influenza della cultura greca in Sicilia si esplicita già nel suo antico nome, Trinacria, e nel suo simbolo, la triscele: un essere mostruoso composto da tre gambe e da una testa di Medusa.
La chimera è il simbolo delle mie radici, della mia poetica e della mia poietica. Tutto nasce dal miscuglio, tutto è in divenire”.
L’ASINO DIFFIDENTE / Giovanni Iudice
“L’Asino diffidente”, è una parte del mio recente lavoro, più concettuale quanto grottesco, sul significato metaforico e allegorico del siciliano che vive la sua meravigliosa terra nella vanità della gelosia nei confronti dello straniero o del diverso, dal quale, reputa minaccioso il suo approdo, definendo la propria isola come il confine del proprio luogo e delle sue stesse velleità con spirito vanesio, non rendendosi conto che il bene comune( natura e archeologia intesa come storia) si sgretola ai propri piedi. L’onda del mare, si infrange invana, ma un papavero rosso, germoglia tra le aride sterpaglie come speranza…”
NON BASTA / Lorenzo Maniscalco
L’opera prende spunto dal tema in questione ma anche dai colori e dai soggetti analizzati nelle mie opere: volti e corpi di donne, baci e abbracci, colori accesi che rispecchiano la Sicilia, le sue maioliche, le sue infinite sfaccettature.
OTHER ADAMS AND OTHER EVES / Giuseppe Veneziano
“Nell’era del Politically Correct e della Cancel Culture, anche l’identità di genere diventa un tema su cui dibattere. Così certe figure bibliche che per millenni hanno vissuto una loro solidità iconografica, perdono la loro certezza.
Adamo ed Eva, da sempre rappresentati insieme fin dalle prime immagini sacre che i pittori seppero estrarre dalla bibbia, si ritrovano, nelle tele dipinte da Veneziano, separati e insieme ad altre Eve e altri Adami, come suggerisce il titolo del dittico.”
SEDICI TUMULI / Ligama
“Per alcuni di questi dipinti ho usato una tovaglia da tavola.
Mi ricorda quei pranzi domenicali fatti in famiglia quando ero piccolo, con i nonni. I quadri più grandi sono invece teli di lino misti a iuta. Prima ancora di fare la traccia intingo completamente i teli di olio . Come si può notare i quadri sono assolutamente unti e profumano di olio. Questo mi ricorda in maniera lampante l’odore del frantoio nel momento della spremitura, pomeriggi che passavo in campagna e che ricordo con tenero piacere”.
ODISSEA / Pino Guerrera
I personaggi che popolano l’Odissea, al di la della loro contestualizzazione, testimoniano l’immutabilità della condizione umana.
Amore, passione, ferocia, intelligenza multiforme, e poi guerre, conquiste, eroi, codardi, e anche famiglie, padri, madri, figli, etc. etc.
Tutti questi caratteri sono presenti in ogni epoca ed anche nella nostra contemporaneità.
RAME / Maria Donata Bologna
RAME come femminile di rami di un albero genealogico femmina. RAME, che in siciliano significa stirpe, racconta unpassato non troppo lontano, e il futuro con un gesto d’amore: "La mia bisnonna non poteva votare. Le mie nonne non potevano disporre del loro patrimonio e non erano libere di scegliere quale professione. Mia mamma non poteva divorziare e abortire. Tutte loro sono state ostaggio della vecchia legge fascista sul delitto d’onore. Io ho questa eredità ma voglio che mia figlia possa scrivere il suo futuro”.
CAMPO / Giuseppe Arezzi in collaborazione con Nerosicilia.
CAMPO, è un’installazione site-specific e permanente che vuole dare valore ad una delle tecniche artigianali che ha reso Nerosicilia un fiore all’occhiello della produzione Siciliana a livello internazionale.
Attraverso un pavimento di mattonelle quadrate lato 15 centimetri - decorate in vetro verde, ad astrarre geometricamente i motivi tradizionali delle maioliche siciliane - è riprodotto metaforicamente, un prato della campagna Iblea.
La superficie di 21 metri quadrati del pavimento verde è scandita dall’inserimento di tre vasi-piastrella in pietra lavica con all’interno delle piante di carrubo, albero autoctono della campagna ragusana, luogo in cui Nerosicilia opera.
Il decoro è realizzato interamente con l’uso di vetro ottenuto dal riciclo di monitor tv e pc dismessi. Tramite un esclusivo processo di lavorazione, Nerosicilia ottiene, dalla frantumazione e macinazione del vetro, la materia prima di ogni suo decoro.
Questa installazione vuole dare valore a una tecnica artigianale contemporanea, completamente sostenibile e locale, e si pone come il simbolo del rinvigorimento produttivo e culturale di un territorio che abbandona i clichè per aprirsi a nuovi strati di contemporaneità.
IO SONO NATURA / Fabio Alfano
“Tutto è uno, la scienza ci spiega, tutto è Energia, tutto appartiene ad un Ordine, tutto è come nella Natura, tutto allora è Natura.
Che differenza c’è pertanto tra me e un fiore? Che il fiore fiorisce naturalmente e io no… perchè ostacolato dalla inconsapevolezza di me stesso e da quella degli altri.
JETPACK W-52 / Antonino Panarisi
L’opera, "Jetpack W-52", esplora un sogno intramontabile: quello di volare. Questo sogno, profondamente radicato nei miti antichi come quelli di Icaro e Dedalo, è stato reinterpretato con un approccio moderno e tecnologico attraverso l'uso di un jetpack.
"Jetpack W-52" non è solo un omaggio al piacere del volo, ma rappresenta soprattutto la possibilità di muoversi rapidamente in un mondo dove il tempo è una risorsa preziosa.
Particolarmente nelle regioni come l'entroterra siciliano, la mobilità può fare la differenza tra isolamento e opportunità.
"Jetpack W-52" Antonino Panarisi
Miniminagghi / Salvatore Cappello
Miniminagghi è il frutto di una residenza di ricerca e creazione del 2021 in cui l’acrobata Salvatore Cappello e il regista Pablo Volo si sono trovati a dialogare sulla Sicilia, cara per origini ad entrambi. Ne è venuto fuori un movimento di ricerca verso le tradizioni letterarie e culturali dell’isola: i troubadour della scuola di Federico II ed i moderni cantastorie, detentori ultimi di un sapere che va via via scomparendo. In questo groviglio d’idee, indovinelli, gesta eroiche e baroni mitici, Volo e Cappello hanno dato forma all’antica arte del raccontare per il gusto d’intrattenere, come quando le piazze dei paesi siciliani andavano in delirio all’ascolto della tragedia della Baronessa di Carini.
Il cantastorie di Miniminagghi è un acrobata cresciuto con il valore delle tradizioni a cui riesce a immettere nuova linfa tramite l’arte del circo.
INDAGINI DI UN CANE / Vanessa Traum y Los Perros
Poggio Reale è un paese fantasma in Sicilia, omonimo al ben più noto carcere di Napoli. Questo Paese senza tempo e senza tetti ha una strana storia. Qui il crollo non è avvenuto come conseguenza di un terremoto, come si potrebbe immaginare, no, la storia di Poggio Reale è diversa. Un’intera popolazione fuggendo si è lasciata alle spalle il suo paese e le sue case, la cattedrale, la macelleria, i negozi, le stradine, le salite, la prigione, la biblioteca e poi il teatro, la fontana per i cavalli, i capitelli, gli alberi… così Poggio Reale è andata sgretolandosi a poco a poco per un abbandono di massa. Dopo il terremoto che ha colpito e distrutto i paesi limitrofi di Gibbellina e Santa Margherita Belice e i suoi abitanti, nel 1968, un’evacuazione repentina dettata dalla paura collettiva di una scossa catastrofica ha lasciato Poggio Reale a se stessa. Poggio Reale, Montagna del Risveglio, è stata nel tempo saccheggiata; oggi basta un soffio d’aria per fare cadere un balcone e nella piazza principale, Piazza Elmo, si deve indossare obbligatoriamente l’elmo se si ottiene il permesso per entrare. Così un’antica targa che riporta un nome, Piazza Elmo, messa proprio lì anni prima dell’evacuazione, è il primo piccolo indizio ironico che balza agli occhi, a prova di una sorte inequivocabile che suona come una sentenza. In questo paese fatiscente bisogna muoversi come un funambolo, se sbagli a muoverti muori, qui è vietato entrare, bisogna sempre essere vigili, guardare le inclinazioni delle facciate pericolanti, ascoltare le vibrazioni sopra la nostra testa e sotto i nostri passi. Le uniche attività apparenti sono il pascolare di alcune pecore che con le loro campanelle rubano il palcoscenico all’attività di un gruppo di Vigili del Fuoco del Nucleo Cinofili che fanno qui le esercitazioni con i loro cani che stranamente indossano anche loro le stesse campanelle. I Vigili del Fuoco cinofili in tutta la Sicilia sono sette per la Sicilia Orientale e sette per a Sicilia Occidentale, insieme ai loro cani. Il compito delle esercitazioni a Poggio Reale è fare scovare al cane il corpo vivo sotto le macerie. Cosa distingue un corpo vivo da un corpo morto? Per capirlo il cane si avvale di migliaia di piccolissimi indizi. impercettibili all’uomo; una vasta gamma di odori e suoni a cui attingere, portano il cane vigile a trovare il corpo vivo, salvandolo. Ogni cane ha un suo conduttore con il quale instaura un legame inscindibile, simbiotico, telepatico, che va oltre le ore di lavoro perché si torna a casa insieme, perché questa è una scelta di vita.
VOCI STANCHE / Nicola De Blasi
L'opera “Voci stanche” rappresenta una Sicilia che viene vissuta, a volte sopravvissuta, si evolve e viene scalfita dai propri abitanti. È una superficie tridimensionale che viene fisicamente alterata dalle voci di alcuni tra i personaggi più influenti che vi abbiano mai vissuto. Questa installazione multimediale unisce passato e presente in un dialogo attraverso la materia e il suono, denunciando problemi sociali che hanno segnato e continuano a influenzare la vita sull'isola.
Nei prossimi giorni verranno inseriti i lavori degli artisti che esporranno a Mazzarino il 9 agosto 2024